Intervista a Jeremy e Laure

La stanza è in penombra, la luce proveniente dalla lampada nell’angolo crea un cono che illumina lo spazio, tagliandolo in due ambienti distinti. Da un lato ci sono io, seduta ai piedi del letto, con il blocco degli appunti sulle ginocchia, la penna tra le dita che saltella, ansiosa di scrivere. Dall’altro, loro due, seduti uno accanto all’altro: lei con una postura elegante, un sorriso smagliante sul volto etereo, le guance decorate di lentiggini e con un lieve rossore sugli zigomi alti. Lui con la schiena incurvata, le braccia appoggiate alle ginocchia, attento, con lo sguardo tagliente che scruta tutto ma che poi torna, irrimediabilmente, a lei.

Allora… Come va ragazzi?
Jeremy sussulta.
Laure: Très bien. Grazie per averlo chiesto.
Jeremy: Già. Sì… Tutto ok.
Oggi vi farò qualche domanda. Una sorta di chiacchierata fra amici.
J: Un interrogatorio.
L: Jeremy! Io sono molto curiosa.
Sorride. Laure sorride sempre.
Bene. Iniziamo con qualcosa di semplice. Nome?
L: Laure Lennox.
J: Jeremy.
Lavoro?
L: Donc… Barista, potremmo dire. E aiuto-compiti a tempo perso.
J: Sì, lavoro anche io nel suo stesso locale. Il Dante. Spillo birre, servo ai tavoli, sistemo la postazione per le band.
Colore preferito?
L: Mon Dieu, c’est difficile! Forse… Direi il VERDE.
J: Grigio.
Perché grigio, Jeremy?
J: Perché non hai chiesto a lei notizie sul verde?
L: Jeremy.
Si guardano. Lui sospira.
J: Ok. D’accordo. Ok. Grigio perché è il colore più sfumato, quello che raccoglie più ombre.
L: Ed è anche il colore con più potenziale, n’est pas? Può diventare qualsiasi cosa.
J: Sì. Be’… Se vogliamo buttarla sul poetico… Come ha detto lei.
Qual è la prima cosa che fate al mattino?
L: Yoga.
J: Scendo dal letto. È già una gran fatica.
E l’ultima cosa che fate la sera?
L: Tisana rilassante. Oppure accendo un incenso. O… Forse apro e chiudo la finestra, per rendere più positivo l’ambiente.
J: Quello. Ogni volta. Anche d’inverno. Spalanchi la dannata finestra per un minuto buono.
L: È per il nostro benessere psico-fisico.
J: Per il benessere fisico facciamo altro, Rossa.
L: Jeremy.
Laure sussurra ma i suoi occhi urlano, lo fissano e un po’ si perdono.
Ok, ora le domande difficili.
La prima volta che vi siete visti, cosa avete provato?
L: Oh, un sacco di cose. Attrazione, senso di protezione, magnetismo. È stato un qualcosa di immediato, pura e semplice chimica credo.
E tu, Jeremy?
J: Caos.
L: Caos? È una cosa bella, il caos?
J: Laure, ero apatico. Il caos quindi è bello.
Lei ci riflette un po’ su, poi annuisce.
L: Bene.
Come descrivereste il vostro primo bacio?
L: Inevitabile.
J: Assordante.
L: Assordante? Perché? Per il traffico in strada? Non mi pare che a quell’ora ci fosse…
J: No, Rossa. Perché è stato talmente forte che mi ha reso sordo rispetto a tutto il resto.
Tornano a guardarsi. Laure accarezza lo zigomo di lui, teso.
L: È una bella descrizione. Stupenda.
J: Ok. Sì. Dura ancora molto?
Soltanto un paio di domande.
Chi di voi due si è dichiarato per primo?
J: Dai, sul serio? Questa è la domanda più facile di sempre. Lei. Se non fosse per lei io starei ancora girando intorno, come un disco rotto, graffiato dalla puntina del giradischi urlante.
L: Oui. Io.
Chi di voi due è più geloso?
Silenzio.
Nessuno dei due?
L: Be’…
Laure, tu all’inizio hai affermato di non poter pretendere nulla perché Jeremy non era tuo.
L: Sì, Credo di aver detto una cosa del genere. Oui.
E ancora così?
Altro sguardo. Altri messaggi che passano in una lingua tutta loro fatta di silenzio e anima.
L: No.
Risponde a me ma continua a guardare fisso Jeremy.
E tu…
J: Vale lo stesso per me. La stessa identica cosa.
Ok. Ultima domanda. Come vi vedete fra un paio d’anni…
L: In viaggio. Stiamo pianificando un…
J: Insieme.
Jeremy si intromette e spiazza tutti i presenti. Laure lo guarda mentre lui si alza, sistema i jeans scuri sulle gambe, le porge la mano che lei afferra subito, immediatamente.
J: Grazie per questa chiacchierata. Ora noi andiamo.
Avvolge il suo braccio sulle spalle di lei, senza lasciare andare la morsa che tiene insieme le loro dita. Si incamminano verso la porta. Laure si volta, stretta in quell’abbraccio.
L: Merci. Grazie. Per tutto.

Jeremy Rivers è un enigma. Ragazzo schivo e solitario, vive la sua vita in modo ossessivamente razionale e senza mai abbandonarsi troppo alle emozioni e ai legami affettivi. Le ombre cupe che cerca di lasciarsi alle spalle convivono in lui e minacciano ogni volta di distruggere la stabilità ritrovata nel corso degli anni. È un’anima colorata e luminosa, quella di una ragazza con le labbra rosse come il peccato, che scuote il suo mondo in bianco e nero, creando, pennellata dopo pennellata, sfumature di colore in grado di convincerlo ad affrontare fantasmi mai sopiti. Due mondi opposti che si incontrano e si amano in modo viscerale, alla ricerca di un’armonia imperfetta, ma autentica, capace di sanare ferite dovute a imposizioni passate e mai del tutto dimenticate.
Questa è la storia di un pettirosso che vive la vita fino in fondo, attimo dopo attimo, senza mai scoraggiarsi, perché un bonsai può sopravvivere anche in un luogo inospitale, se lo si cura con devozione, e di una balena, un mostro gigante immerso in un oceano di caos, maestosa e terribile, che ricerca la propria dimensione, affamata di verità e sentimenti reali.